Vivi o muori, l’importante è che lo fai come Dio comanda

Perdonate l’accostamento, ma non può che sorgere spontaneo.

Torino, salvato con una trasfusione: testimone di Geova denuncia i medici  – La sua religione gli imponeva di rifiutare il trattamento. Il giudice si riserva di decidere.

Irlanda: le impediscono di abortire e muore. La donna, hindu, deceduta in ospedale di setticemia. I medici: «Nessun aborto, siamo Paese cattolico».

Premessa: la vicenda di Torino pone in sé delle domande. Se sia lecito che una persona possa lasciarsi morire per un incidente sul lavoro in base a un precetto religioso e, se lo è, se vanno puniti coloro che curando il paziente hanno violato la sua volontà.

Ora, l’accostamento di queste due notizie non è casuale. Sta a mostrare un fatto inaccettabile: che non è vera la solita fregnaccia che ci viene raccontata sull’indisponibilità della vita umana. No, la cosa è un tantino diversa: sei libero di lasciarti morire solo se lo fai in nome di un precetto religioso. E non sei libero di vivere, ma devi morire, sempre in nome di un precetto religioso. Così come è in nome di un precetto religioso che Welby o Eluana erano costretti a restare in vita.

Insomma, se credi e giustifichi le tue azioni sulla base del tuo credo puoi fare quello che ti pare. Se non appartieni al club attaccati, tanto deciderà comunque il club per te. Il metro di misura che deve regolare le nostre società e le scelte di vita e di morte, per buona parte dei nostri legislatori credenti, non è la scelta individuale: sono degli stupidi precetti religiosi da imporre a tutti, anche a chi appunto li considera terribilmente stupidi. Certo, questi legislatori “da Paese cattolico” non lo ammetteranno mai: ma è questo che molti di loro pensano, è totalmente evidente.

8 thoughts on “Vivi o muori, l’importante è che lo fai come Dio comanda

  1. Già il titolo delle notizie indirizza verso una conclusione che sembrerebbe scontata:
    Torino, salvato con una trasfusione: testimone di Geova denuncia i medici
    Irlanda: le impediscono di abortire e muore
    I medici che, cinicamente, non hanno rispettato la volontà del paziente nel primo caso o della donna incinta nel secondo.
    L’accostamento non è solo di cattivo gusto, è osceno perché fatto con lo scopo di dimostrare che le religioni sono più o meno alla pari delle superstizioni (sto semplificando).
    Il primo caso, tra l’altro, risale al 2006, Perché viene fuori adesso? Oltre tutto i medici avevano chiesto (e ottenuto) anche l’autorizzazione al giudice.
    Il secondo è più recente, siamo nella cattolicissima Irlanda dove l’aborto è vietato. La donna è morta a causa del rifiuto dei medici. Almeno questo è quello che si ricava dall’articolo. Causa del decesso, sempre dall’articolo, la setticemia. E la causa della setticemia? E’ collegata alla gravidanza? Siamo sicuri che i medici non abbiano fatto di tutto per curarla e che il mancato aborto sia la causa della morte?
    No, queste domande sono troppo scomode, molto meglio la tesi precostituita perché fornisce un comodo spunto per dare addosso alla (alle) religione (religioni).
    Soprattutto, la tesi precostituita evita la fatica di pensare.

    • L’obiezione sul primo articolo riguarda il giornalismo: segnalo sommessamente che il link riportato è del Corriere della Sera…
      Sulla seconda notizia, beh, il tuo commento è un tentativo di svicolare disperato: è evidente che in un paese laico, in cui non si impone un precetto religioso per legge, ciò non sarebbe successo.
      Quindi la tesi che critichi non è precostituita: si evince da ciò che accade nel mondo reale, e non nelle fantasie di un qualche teologo. L’accostamento è proprio lì a dire che in nome della religione qualcuno decide per altri, ed è questo ad essere di cattivo gusto (anzi, direi proprio irrispettoso e arrogante).
      Quanto alla fatica di pensare, la si evita accettando acriticamente una visione precostituita e di comodo della realtà, non certo evidenziando le assurdità che derivano da tale visione precostituita. Se per te questa critica equivale ad accostare la religione alla superstizione, chiediti il motivo 😉

    • Le religioni non sono alla pari delle superstizioni, sono molto peggio. Infatti nessuno viene a rompere gli zebedei per cercare di convincermi a non aprire l’ombrello in casa, o a non passare sotto una scala. invece milioni di fanatici cercano di imporre il loro credo anche a chi non ne vuole sapere; inoltre le studiano tutte per spillare soldi con la scusa che devono onorare e celebrare in tutti i modi i loro amici immaginari. In italia, per giunta, la tassa per finanziare le religioni è imposta per legge. Non mi risulta che ci siano tasse per finanziare le superstizioni!

  2. Per alcune persone, vedi il caso di Torino, la salvezza dell’anima è più importante di quella del corpo.
    Per me è difficile da comprendere comunque, e forse la denuncia la vedo esagerata, però bisogna tenerne conto.

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