Tecnico forse, laico sicuramente no

Che il governo “tecnico” guidato da Mario Monti non abbia certo brillato, nel suo anno di lavoro, in termini di laicità è un dato di fatto. Lo si è visto tanto nelle scelte politiche piuttosto clericali che ha portato avanti, quanto negli atteggiamenti di continua ricerca del consenso e del sostegno delle gerarchie ecclesiastiche da parte di Mario Monti.

Scelte politiche, più che tecniche, che sono state riassunte dall’Uaar in questa nota: tra le altre menzioniamo l’atteggiamento attendista e dilatorio del governo sull’Imu per gli immobili commerciali della chiesa, la scelta di continuare a elargire abbondanti risorse alle scuole paritarie in tempi di spending review, il ricorso in sede europea contro la sentenza della CEDU che ha smontato alcuni dei tratti della legge 40 (la legge che regola la fecondazione assistita).

Poi è arrivata la scelta di Monti di “salire in politica”: a questo punto l’endorsement si è fatto più esplicito, con le dichiarazioni di palese sostegno, se non addirittura di benedizione, da parte delle più alte gerarchie ecclesiastiche; con l’Osservatore Romano che gli fa un esplicito endorsement, al pari di Avvenire.

Molti, contestualmente, hanno fatto notare il completo e assoluto mutismo dell’Agenda Monti su temi come i diritti civili, i temi etici e la laicità dello Stato. Ed è facile capire perché: la coalizione neocentrista è infatti un insieme di piccoli cespugli raggruppati attorno all’UdC di Casini e Buttiglione e alla persona di Mario Monti.

Uno schieramento, c’è da scommetterci, che se mai dovesse andare al governo darà pratica attuazione a tutti i dettami che puntualmente vengono rivolti alla politica italiana dal Papa e dai suoi accoliti.

Governare una nazione non significa soltanto gestire l’economia ma richiede di fare moltissime altre scelte: anche se l’Agenda Monti finge di ignorare questo fatto, Mario Monti, ne siamo convinti, lo sa benissimo.

In più occasioni, purtroppo, abbiamo avuto modo di constatare l’arretratezza del nostro Paese in Europa per tutto ciò che attiene i privilegi della Chiesa, la libertà di non credere, la visione e i diritti della donna, l’omofobia e le unioni omosessuali, le leggi sul testamento biologico e sul fine vita e molte altre questioni. Per questi motivi la salita in campo di Mario Monti non è, come vorrebbe farci credere il professore, un’iniziativa politicamente neutra: è invece una pericolosa minaccia alla laicità e alla modernizzazione del nostro Paese.

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