Niente resurrezioni, per favore

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Scherzi a parte (anche se un po’ tutti si stanno chiedendo se, in caso di sconfitta alle elezioni, Silvio buonanima rilancerà e tenterà di vincere almeno il conclave), ha sorpreso un po’ tutti la scelta di Benedetto XVI di dimettersi: la seconda volta in duemila anni di storia, il primo caso di dimissioni per vecchiaia. Prepariamoci a sentire, nelle prossime settimane, lunghe teorie di commentatori pronte a incensare il pontefice dimissionario; dato che sappiamo che ci penseranno già altri, però, noi vorremo ricordare alcune delle posizioni del vegliardo.

Spirito fortemente antiscientifico, il tedesco ci fece allibire quando disse che il problema dell’AIDS “non si può superare con la distribuzione di preservativi che, al contrario, aumentano il problema”; in poco meno di otto anni di pontificato, si è scagliato a più riprese contro quelli che per la Chiesa cattolica sono i mali della modernità: dall’aborto alla fecondazione assistita, dall’utilizzo degli anticoncezionali alle questioni sul fine vita (punto sul quale stridente è il contrasto fra quanto predicato e quanto praticato poi da figure di spicco come Martini o Giovanni Paolo II), dall’omosessualità (con le leggi sulle unioni e i matrimoni omosessuali che, sostiene Ratzinger, rappresenterebbero”una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”) a ateismo e agnosticismo.

Ci preme ricordare, in particolare, l’assurdità di un Paese costantemente genuflesso e pronto a baciare la sacra pantofola: emblematico, al riguardo, il triste spettacolo che si tenne nel giugno dell’anno scorso a Milano.

Vano, comunque, resterà il suo tentativo di dipingere atei e agnostici con tratti grotteschi e infamanti (sotto alcune delle tante possibili citazioni): i suoi strali contro la modernità e il relativismo non ci mancheranno affatto e, Ratzinger o non Ratzinger, a chi continua a insistere che dovremmo sforzarci di credere alle cose impossibili continueremo a rispondere, insieme ad Alice: “non si può credere alle cose impossibili”.

Chi esclude Dio dal suo orizzonte falsifica il concetto di “realtà” e, in conseguenza, può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive. La prima affermazione fondamentale è, dunque, la seguente: Solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondere ad essa in modo adeguato e realmente umano.

Papa Benedetto XVI, 13 maggio 2007.

La lontananza di Dio equivale allora alla lontananza da se stessi. Un uomo che è lontano da Dio è anche lontano da sé, alienato da se stesso, e può ritrovare se stesso solo incontrandosi con Dio.

Papa Benedetto XVI, 30 gennaio 2008

Là dove Dio viene negato, si dissolve la dignità dell’uomo.

Papa Benedetto XVI, 21 dicembre 2012

L’agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri.

Papa Benedetto XVI, 6 gennaio 2013

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