Statistiche sull’aborto: l’Italia a confronto con il resto d’Europa

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Il tema dell’aborto è tornato prepotentemente nel dibattito politico europeo delle ultime settimane: sia a causa della votazione del Parlamento europeo contro la relazione Estrela a causa di un errore di traduzione che ha provocato una vittoria risicata da parte delle posizioni più conservatrici, sia per la svolta antiabortista impressa dal governo Rajoy in Spagna. Come è noto, in Italia il ricorso all’aborto, o meglio all’interruzione volontaria di gravidanza (di seguito indicata con la sigla IVG), è regolato dal 1978 dalla legge 194: legge che consente l’IVG purché praticata entro i primi 90 giorni di gestazione, e che fu confermata nel 1981 da due referendum (nei quali gli Italiani respinsero le proposte di abrogazione avanzate da un lato dai Radicali e dall’altro dalla Democrazia Cristiana).  In questo post ci proponiamo di analizzare le statistiche sull’aborto, considerando dapprima l’Italia all’interno del contesto europeo e, successivamente, entrando nel dettaglio dell’andamento in Italia del tasso di abortività e del fenomeno dell’obiezione di coscienza da parte dei ginecologi che operano negli ospedali pubblici.

IL CONFRONTO CON IL RESTO D’EUROPA

La prima domanda che ci poniamo è come si collochi l’Italia in Europa rispetto alla consistenza delle IVG. Per avere un quadro rappresentativo e sintetico della situazione nei vari Paesi, abbiamo selezionato i dati relativi a tutti i Paesi europei con più di 15 milioni di abitanti; la Polonia è esclusa dalle analisi perché, tra di essi, è l’unico Paese in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è ancor oggi un reato. Inoltre, in rappresentanza dell’area scandinava (che sarebbe risultata altrimenti esclusa dalle analisi) abbiamo considerato il dato della Svezia. Il primo grafico che presentiamo riporta la percentuale di IVG  rispetto al totale delle gravidanze in questi Paesi, per l’anno 2010: perc_aborti Come si può osservare, i valori più elevati si registrano in Romania (32,4%), Ucraina (26,2%) e Svezia (24,6%), mentre i più bassi riguardano nell’ordine l’Olanda (12,7%), Germania (14%) e Italia (17,1%). L’Italia, dunque, risulta avere una delle più basse percentuali di aborti in Europa. Il secondo grafico considera invece la variazione, per gli stessi Paesi, della percentuale di IVG dal 2000 al 2010: variazione_ab Il dato più evidente riguarda la drastica riduzione delle IVG in Ucraina (dal 53% del 2000 al 26,2% del 2010) e in Romania (da 52,4% a 32,4%); riduzioni rilevanti si sono registrate anche nel Regno Unito (da 22,5% a 20,2%) e in Italia (da 19,4 a 17,1%). In controtendenza la Spagna, dove la stessa percentuale è cresciuta dal 13,6% del 2000 al 18,8% del 2010.

L’ANDAMENTO STORICO IN ITALIA

Nell’ultimo decennio, quindi, la percentuale di IVG in Italia si è ridotta. Qual è stato, però, l’andamento su un orizzonte temporale più ampio? Per rispondere a questa domanda, consideriamo un altro indice: il tasso di abortività, che esprime il numero di IVG per 1000 donne in età fertile (15-49 anni). Si tratta di un dato non disponibile per tutti i Paesi e meno intuitivo rispetto alla percentuale di aborti sul totale delle gravidanze, ma che in Italia è utilizzato come indice di riferimento sul fenomeno delle IVG ed è disponibile sin dal 1982. Nel grafico che segue presentiamo l’andamento storico dal 1982 al 2011 di tale tasso, scusandoci con i lettori per i “buchi” che caratterizzano gli anni pari dal 1984 al 2002: purtroppo la relazione del ministero della salute al Parlamento riporta, molto singolarmente, i tassi di abortività solo per gli anni che trovate rappresentati in figura. tasso_ab Quello che si osserva è che l’Italia ha visto negli anni una progressiva riduzione dei tassi di abortività: nel complesso il tasso si è più che dimezzato, passando dal 17,2% del 1982 all’8% del 2011; in particolare è diminuito costantemente fino al 1995 (9,7%), è rimasto sostanzialmente stabile fino al 2006 (9,4%) ed ha poi ricominciato a diminuire ininterrottamente fino al 2011.

IL PROBLEMA DEI (TROPPI) GINECOLOGI OBIETTORI

Veniamo, infine, al fenomeno dell’obiezione di coscienza da parte dei ginecologi: obiezione consentita dalla legge, ma che negli ultimi anni ha assunto una consistenza sempre più rilevante, arrivando addirittura a mettere in discussione, in molte zone d’Italia, il diritto all’IVG previsto dalla legge 194. La percentuale di ginecologi obiettori nel 2011, nelle maggiori regioni italiane, è rappresentata in questo grafico: ginec_obiett Complessivamente, in Italia i ginecologi obiettori sono il 69,3% del totale. Le regioni dove tale percentuale è più bassa sono Emilia Romagna (51,9%) e Sardegna (56,5%) – se non consideriamo la Valle d’Aosta, dove tale percentuale è del 15,4% -; le percentuali più alte si registrano invece in Campania (88,4%), Sicilia (84,6%) e Lazio (80,7%). Percentuali che rendono difficile, se non addirittura impossibile in alcuni ospedali, l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito alle condizioni stabilite dalla legge 194. Alla luce di questo fenomeno, sarebbe necessario che il Parlamento prendesse in considerazione misure che, nel rispetto del diritto all’obiezione dei ginecologi, siano in grado di rendere effettivo il diritto all’IVG delle donne: un diritto, infatti, è tale se può essere esercitato nella pratica, oltre ad essere statuito dalla legge.

LE FONTI

I dati sulle percentuali di aborti nei Paesi europei, per gli anni 2000 e 2010, sono ricavati dal sito del Johnston Archive. I tassi di abortività 1982-2011 per l’Italia e le percentuali di ginecologi obiettori, per l’anno 2011, sono ricavati dalla Relazione 2013 sull’IVG del ministero della Salute al Parlamento italiano.

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33 thoughts on “Statistiche sull’aborto: l’Italia a confronto con il resto d’Europa

    • Questi dati sono gli stessi che potete trovare nelle Relazioni del Ministro e che ogni anni faticosamente elaboriamo e che faticosamente molti professionisti raccolgono sul territorio. Ci fa piacere vedere che finalmente dopo diversi anni di silenzio qualcuno legge queste relazioni. Se volete i dati degli anni dispari dal 1982 al 1994 basta andare ad alcune relazioni precedenti; infatti per problemi di spazio non è possibile nelle tabelle riportare tutto. Comunque credo che la diminuzione dell’interruzione volontaria in Italia sia realistica, come da noi dell’Istituto Superiore di Sanità indicato più volte sulla base delle caratteristiche del fenomeno, e di questo dovremmo andar fieri. Certo ci sono diversi aspetti ancora da migliorare (procedure complicate, troppe analisi, basso uso dell’anestesia locale e dell’RU 486, trattamento delle donne che si rivolgono ai servizi, obiezione, ecc).

  1. Vi rammaricate che ci siano troppi ginecologi obiettori … forse perchè sanno quello che si fa in un aborto, cioè l’uccisione di un uomo innocente. E’ un diritto secondo voi? Della donna? Di quale donna: di quella che viene uccisa prima della nascita o di quella che muore dai rimorsi per avere ucciso suo figlio? Invece che spingere le donne ad uccidere, perchè non le aiutate ad accogliere i loro figli? Perchè non chiedete leggi che difendano la donna e suo figlio? Perchè non chiedete leggi che difendano la vita? Che gusto ci trovate a incoraggiare l’omicidio? Quando cambierete? Quando? Quanti morti ancora ci dovranno essere? Quanto sangue ancora volete che sia sparso?
    don Matteo Graziola

    • Gentile rappresentante del clero italiano (ci rivolgiamo a lei con questo titolo, dato che è lei a volerci far notare questo suo ruolo), ci permetta di obiettare che il suo commento pullula di affermazioni sconsiderate, al limite dell’ignoranza. Probabilmente, lei non conosce il contenuto della legge 194 attualmente in vigore in Italia, oppure ne travisa volontariamente il contenuto.
      La legge 194, approvata per intenderci nel 1978, quando governava la pericolosissima Democrazia Cristiana (che lei evidentemente ritiene fosse un partito di assassini), consente alla donna di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione, alle condizioni stabilite dalla legge.
      Quindi, si, signor prelato: l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione è ritenuta dalla legge italiana un diritto della donna. Diritto che, come mostrano i dati qui presentati, è messo gravemente in discussione dalle proporzioni che va assumendo il fenomeno dell’obiezione di coscienza. Eppure, finché la legge consente il ricorso all’IVG, è fuor di dubbio che tale diritto non può restare solo sulla carta, ma ne deve essere garantito concretamente l’esercizio.
      Inoltre, anziché vaneggiare di omicidi e incitazioni all’omicidio, dai dati presentati qui sopra lei avrebbe dovuto capire che questa legge non ha affatto incitato all’omicidio: premesso che lei parla a sproposito di omicidio, è infatti altresì evidente che la legge 194 ha consentito di ridurre notevolmente nel tempo il numero di aborti in Italia.
      Da ultimo, le sue domande retoriche, onestamente, non possono che farci sorridere. Ci chiediamo invece che gusto ci trovi lei a voler dire alle persone cosa devono o non devono fare, cosa è giusto e cosa è sbagliato, a puntare il dito e a additare tutto ciò che non è conforme alle sue opinioni come malefico, sanguinario e intrinsecamente corrotto…

      • Quindi ammazzare un feto per spontanea ed unilaterale decisione di una portatrice in grembo è un “diritto” acquisito? E il diritto del nascituro? Mi viene da ridere se non ci fosse da piangere. ma davvero, a crepapelle.
        La mortalità alla nascita è di circa il 5%. Il 95% di quei feti (che ad oggi ammontano a circa 6 Mln) sarebbe nato. Non è “omicidio” per il Latinorum ebete di chi si attacca alle parole per giustificare se stesso, ma lo è dal punto di vista pratico ed effettivo. mancano all’appello più di 5 mln di bambini mai nati. non è omicidio: è sottrazione di altissima probabilità di vita. Va bene così saputelli?
        Non sono rocce, sono esseri già viventi a cui viene negato il diritto di continuare a vivere. E negato da persone che non vivono in Amazzonia ma circondate da ogni possibile informazione a riguardo di contraccezione e gravidanza. E che siano viventi è abbastanza chiaro, forse non per chi scrive articoli kapò come questi, a cui forse, visti i risultati, avrebbe fatto bene passare per quelle forche caudine e non esserci.
        Tutto è vivente in Natura.
        La legge 194 ha una sua buona parte nell’informazione che dovrebbe essere a monte della decisione, nella cura della donna e delle conseguenze, nell’ausilio a portare avanti un evento che, a parte i casi limite di violenza e pericolo e profonda ignoranza (ma in quel caso c’è l’affidamento e l’adozione al limite), il resto è “comodità” di chi ha affrontato la propria sessualità con superficiale ignoranza o superficialità e basta.
        beh, che minchia c’azzecca il feto?§
        Non è un maglioncino che si prende e si getta se va stretto.
        Non è un cagnolino che si attacca al guardrail. Anzi. lasciare abbandonato un animaletto appena nato è reato. Ammazzare un futuro essere umano è protetto dalla legge.
        Se questo vi sembra vivere civile, vi state prefigurando un futuro ben triste, fatto di umanoidi dediti all’illuminismo più bieco (la Scienza in fondo ignora circa il 93% del conoscibile e voi con essa).
        E la scusa della pratica abortista illegale è una emerita stronzata.
        Quando qualcosa diventa legale, lo diventa senza più scuse. Basta volerlo e…zac.
        per proteggere 20.000 donne irresponsabili sono stati uccisi 5 milioni e passa di futuri esseri viventi.
        E poi si parla ancora di olocausto…
        Non sono medico. Non sono più cattolico anzi, sono abbastanza all’opposto. Sono un laureato in disciplina altamente tecnica.
        Non ci sono retrogusti a cui attaccarsi. Questo è il fatto. Aprite gli occhi una volta tanto.

        • Caro Guardiano,
          lascio perdere le varie assurdità che si è permesso di postare, condite di insulti e auguri di morte. Per non parlare dei suoi lunghi commenti/sproloqui postati a distanza di pochi secondi uno dall’altro, come solo i migliori spammer san fare (dell’altro sembra opportuno fare a meno, che questo basta e avanza).
          Mi limito a complimentarmi per la sua classe. Davvero, complimenti.

  2. Al solito: invece che rispondere alle domande, insultate. Le mie domande sono retoriche? Sei milioni di morti in 36 anni di legge 194 sono retorici? Non vi toccano? Ma chi siete? Avanti tutta con l’ideologia, che vi permette di non guardare la realtà!
    Se la legge riconosce il ‘diritto’ di abortire, come dite voi, ricordatevi che altre leggi in passato riconoscevano il diritto di uccidere gli schiavi o di deportare gli Ebrei … Forse bisogna avere il coraggio di discuterle le leggi, invece di onorarle per principio.
    Essendo un ‘signor prelato’, come mi chiamate voi, o un sacerdote di Cristo, come preferisco, mi permetto di pregare per voi. E di chiedervi di venirmi a trovare, se volete che ne parliamo faccia a faccia. Dal linguaggio che usate credo che siate più vittime che carnefici, anche se purtroppo date man forte a questi ultimi.
    PS: forse non vi hanno informato che la Democrazia Cristiana votò contro la legge 194 e che essa passò per i voti di PSI, PCI, PSDI, PRI, PLI … All’epoca avevo 20 anni ed è da allora che mi batto per la vita.
    don Matteo

    • Gentile signor prelato,
      posso comprendere che, abituato com’è a pontificare da un altare senza contradditorio, le risulti difficile capire le argomentazioni altrui e le venga facile tacciarle come insultanti.
      Eppure, nel mio commento precedente le ho risposto nel merito, nonostante lei ci accusasse – per restare in tema di insulti – di incitare all’omicidio. Insomma, chi è che insulta? E chi è che dedica la propria vita e il proprio lavoro a propagandare un’ideologia religiosa, pretendendo poi che le convinzioni postulate dalla propria religione siano imposte a tutti per mezzo delle leggi dello Stato?
      Insomma, ha una bella faccia tosta ad accusarmi di insultarla e di avere una posizione ideologica: da che pulpito viene la predica!
      Lei, evidentemente, ha nostalgia dei tempi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza era un reato e tutto si svolgeva nell’ombra mettendo a serio pericolo la vita delle donne, gli aborti erano molti di più ma passavano sotto silenzio. L’evidenza empirica, invece (dato che lei ci accusa di non vedere la realtà: proprio lei, che crede nei miracoli e nel concepimento per mezzo dello spirito santo!), mostra che la 194 è stata una buona legge, che è riuscita a ridurre (anche grazie alla diffusione dei metodi contraccettivi, contrastati dalla Chiesa in nome dell’ideologia che lei propaganda) notevolmente il tasso di abortività, più che dimezzandolo in 20 anni e portando l’Italia ai livellli più bassi in Europa.
      Questi sono i fatti, indipendentemente da quello che si può pensare sulla legge 194. Che però, sia chiaro, finché è legge dello Stato va rispettata e applicata.

    • non si tratta di scegliere tra la vita e la morte, ma tra aborto clandestino e aborto legale, perchè l’aborto non si può abolire,come tutte le pratiche umane è sempre esistito e sempre esisterà, nel 1973, prima dell’entrata in vigore della legge, si stimano circa 1.200.000 aborti (tutti clandestini) e 20.000 donne morte oggi siamo a circa 200.000 aborti e 0 donne morte morti nel 2012
      tra aborto legale e aborto clandestino, io scelgo la legalità

  3. La tabella dell’andamento demografico italiano (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/da/Italy-demography2006est.png) mostra con assoluta evidenza che il crollo delle nascite è avvenuto in coincidenza dell’arrivo della legge sull’aborto nel 78 – 79 – 80. Ciò dimostra in maniera schiacciante che finchè l’aborto era clandestino incideva enormemente di meno nell’andamento demografico. Se proseguiamo idealmente la linea dopo il 77 con il trend precedente, vediamo che oggi la popolazione italiana sarebbe superiore di 6 milioni di abitanti, cioè proprio il numero delle vittime degli aborti in questi ultimi 36 anni. Si noti anche che la ripresa di una certa salita della popolazione, visibile dopo il 2000, è dovuta all’arrivo massiccio di immigrati e della loro attitudine procreativa. Questa tabella ci mette davanti alla gigantesca realtà dell’aborto e ai suoi effetti devastanti sulla società.
    Veniamo ora alla questione della diminuzione del numero degli aborti negli ultimi anni e decenni. Attribuire questo risultato positivo alla legge 194, come molti fanno, è semplicemente demenziale ed è l’ennesimo tentativo degli abortisti di prendersi gioco della società confusa e complice che stanno decimando. I motivi che hanno determinato questo calo degli aborti in alcuni paesi occidentali sono tre. Vediamoli singolarmente.
    Il primo motivo è il calo della popolazione fertile, causato in gran parte proprio dalla legalizzazione dell’aborto. In questo senso è tristemente corretto dire che il ‘merito’ di questo calo è della legge 194. I dati parlano chiaro: i nati in Italia nel 1946 e 1947 e 1948 sono stati più di un milione all’anno e si sono mantenuti intorno ai 900 mila fino al 1974; a partire dal 1975 si è verificata una flessione, che è diventata un crollo in corrispondenza dell’approvazione della legge 194 nel 1978 e del record di aborti avutosi dal 1980 al 1985 (più di 200 mila all’anno), per cui a partire dal 1984 le nascite in Italia si sono assestate su una media costante di 550 mila unità annue, comprendendo anche l’apporto sempre più consistente dato dalla popolazione immigrata prima non esistente o minimale. Ciò significa che le donne in età fertile (15-44 anni) negli anni Ottanta erano circa 1,7 volte quelle degli anni Duemila. Di conseguenza anche le gravidanze sono state egualmente inferiori in questi ultimi anni e quindi anche il numero degli aborti. Il circolo è chiaro: l’aborto uccide una buona fetta delle future mamme e quindi porta lentamente ad avere sempre meno gravidanze e di conseguenza sempre meno aborti; ma non per un cambiamento positivo dei costumi, quanto per l’avanzare della morte e del nulla. Si tenga presente che l’apparente tenuta delle nascite al livello di 550 mila annue in questi ultimi anni è stato reso possibile, come si è detto, solo dal numero sempre più rilevante di popolazione immigrata: la popolazione giovanile italiana è in realtà in costante diminuzione.
    Va anche osservato che il crollo citato della linea di evoluzione demografica dell’Italia (cioè del costante aumento della popolazione) che si è verificato dopo la legge 194, mostra con assoluta evidenza, come ho già detto sopra, la falsità dell’argomento usato dagli abortisti circa l’aborto clandestino nella nostra nazione: se infatti la legge 194 fosse stata necessaria per far uscire dalla clandestinità un fenomeno già di per sè in atto, non ci sarebbe stata nessuna variazione nella suddetta linea dopo il 1978, in quanto semplicemente si sarebbe avuto un passaggio dall’illegalità alla legalità di una prassi già esistente. La realtà invece mostra che l’evoluzione naturale delle nascite ha subito dopo la legge 194 un crollo che ha arrestato per almeno vent’anni lo sviluppo demografico italiano e ha posto le basi per l’attuale inverno della natalità. La legge dunque ha incentivato enormemente la prassi abortista, come era del tutto ovvio aspettarsi (fermo restando che anche se si fosse verificata una semplice legalizzazione di una prassi già esistente sarebbe stato un fatto del tutto inaccettabile, posto che compito della legge non è legalizzare il crimine, ma condannarlo e cercare di debellarlo).
    Il secondo motivo del calo degli aborti, come è del tutto ovvio, è il tremendo sviluppo che si è avuto dagli anni Novanta in poi delle pratiche anticoncezionali e degli aborti cosiddetti ‘chimici’ (pillola del giorno dopo, pillola dei cinque giorni dopo, pillola RU486). In questi ultimi vent’anni si è infatti svolta una poderosa campagna di addestramento contraccettivo delle nuove generazioni, con interventi scolastici sistematici sia nelle scuole medie inferiori che superiori. La sessualità è stata ridotta a esercizio fisico-psicologico, senza alcun riferimento spirituale e morale. Tutto è lecito, basta ‘proteggersi’: dall’HIV e dalla gravidanza. Non si rifletterà mai abbastanza sulla gravità di questa barbarie antropologica, che ha cancellato i sentimenti più elevati verso il fidanzamento, il matrimonio, la sessualità e la vita. Essa ancora una volta è stata resa possibile dal silenzio delle comunità cristiane: sia perché non hanno creduto che fosse un loro compito intervenire, sia perché alle famiglie ormai interessa solo il problema della salute fisica dei figli.
    Il terzo motivo del calo dei numero di bambini abortiti è infine di carattere positivo e non ha nulla a che vedere con la legge 194: si tratta della consapevolezza che in molti giovani si è accresciuta della natura omicida dell’aborto. A ciò hanno contribuito due fattori: da una parte le conoscenze scientifiche (la decifrazione del DNA, la scienza prenatale, le immagini della vita intrauterina, etc), dall’altra la possibilità di trovare sul web una serie di interventi di molti giovani pro life e delle organizzazioni di cui fanno parte. Purtroppo, come si è detto sopra, si tratta ancora di una fascia ristretta della popolazione.
    Vale sempre la mia disponibilità a parlarne con voi di persona.
    don Matteo Graziola

    • Caro don, è praticamente impossibile risponderle punto per punto ad un commento così lungo (e così tanto intriso di giudizi e affermazioni morali poco condivisibili). Le faccio però notare che, come abbiamo già spiegato nell’articolo, il tasso di abortività esprime il numero di IVG per 1000 donne in età fertile (15-49 anni): pertanto, la sua affermazione per cui la riduzione del tasso di abortività sarebbe dovuta alla riduzione della popolazione fertile è sbagliata e senza senso, in quanto tale tasso è al netto dell’ammontare della popolazione fertile.
      Questo, in sostanza, mostra che il suo ragionamento è sbagliato nelle premesse: e lei può ben immaginare come, ovviamente, sia pericoloso tirare delle conseguenze da premesse completamente sbagliate. Diceva Parmenide :”di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. A buon intenditore…

  4. Guardi che io non ho mai usato il termine ‘tasso di abortività’: se lei non legge quello che scrivo come fa a confutarlo?

    • Anima bella, provo a spiegarle meglio perché lei si sbaglia di grosso. Lei ha fatto, in sintesi, questo ragionamento (vede che ho letto quello che scrive?): gli aborti non sono diminuiti grazie alla 194, ma perché è diminuita la popolazione fertile. La riduzione del tasso di abortività, che come già detto è al netto della popolazione fertile, dimostra che il suo ragionamento è sbagliato alla radice: a parità di popolazione fertile, infatti, si è registrata una notevole riduzione del numero di aborti (veda l’immagine che trova nell’articolo: https://dallapartedialice.files.wordpress.com/2013/12/tasso_ab.jpg?w=700). È per questo, molto semplicemente, che quello che lei afferma non sta né in cielo, né in terra!

  5. Come dice lei il tasso di abortività è indipendente dall’ammontare della popolazione; io invece mi sono occupato proprio del rapporto tra il numero di aborti e l’ammontare della popolazione e i dati che le ho portato sono tutti di pubblico dominio. Se lei non li vuole prendere in considerazione, cioè se lei non vuole riconoscere lo sterminio di quasi 6 milioni di uomini che è stato fatto dal 1978 ad oggi, io non so proprio cosa farci. Questo sterminio c’è, purtroppo, e procede alla grande, in proporzione alla popolazione fertile (e alle nuove sostanze chimiche), come le ho dimostrato.
    Il tasso di abortività è un dato complesso che richiede una spiegazione complessa. Se per esempio ci sono poche famiglie che fanno molti figli – in questi ultimi anni ne sono maturate un bel numero nelle nostre comunità cristiane e tante altre ne sono arrivate con l’immigrazione – mentre le altre continuano ad abortire, il tasso di abortività diminuisce, ma non perchè la gente abortisce di meno, ma perchè una parte della popolazione sta facendo più figli. E’ questo che spiega il fatto che il numero di nascite in Italia si mantiene attorno alle 550 mila annue, mentre in realtà la popolazione italiana infantile diminuisce.
    Lei dice che sono un’anima bella: magari! Quello che posso dire è che sono un’anima realista e sto di fronte a questi dati:
    – l’aborto è l’uccisione di uomo
    – quest’uomo ucciso è il più indifeso e inascoltato che ci sia
    – la legge 194 è la legalizzazione di questo omicidio, cioè la trasformazione di un delitto in un diritto
    – finora in Italia sono stati uccisi quasi 6 milioni di uomini con questo sistema
    – il tutto è avvenuto a spese dello Stato e con l’impiego della sanità pubblica, che invece di occuparsi di salvare le vite umane, come sarebbe suo compito, si è prestata per ucciderle;
    – il popolo italiano ha approvato questa strage degli innocenti e si è macchiato e continua a macchiarsi di una spaventosa responsabilità, davanti a Dio e davanti alla storia.
    Questi sono i dati decisivi, contro i quali è assurda qualsiasi illazione.
    Io non so se sono un’anima bella; so che mi sto battendo per fermare questa strage, per salvare vite umane ( e ce ne sono tanti che sono venuti al mondo perchè le loro madri hanno trovato dei pro life che all’ultimo momento le hanno convinte a non uccidere), perchè nessun bambino venga più ucciso con il placet spaventoso del nostro popolo.
    Lei vuole invece che la strage vada avanti? Lei vuole che la legge continui ad autorizzare la condanna a morte di questi innocenti? Lei vuole che le donne, invece che essere tutelate nella loro maternità e aiutate ad accogliere i loro figli, siano autorizzate ad ucciderli e aiutate ad eseguire la sentenza?
    Mi ascolti, per l’ultima volta. Forse la sua anima è più bella della mia: non la indirizzi verso la morte, ma verso la vita. Dio la sta aspettando. Lui è misericordia che perdona tutto, se ci pentiamo. Anche se abbiamo tutti una povera anima piena di ferite.
    don Matteo, sacerdote di Cristo

    • Mon cher, sui numeri proprio non ci siamo e, a questo punto, non so davvero più come spiegarglielo. Guardare come varia il rapporto aborti-popolazione nel tempo è metodologicamente sbagliato, perché la popolazione nel frattempo è invecchiata e quindi il confronto non è alla pari. Il confronto nel tempo non può che essere basato sul tasso di abortività (sarebbe ancor meglio se fosse scorporato in sottoclassi d’età della partoriente), come sa chiunque mastichi un minimo di demografia o di statistica!
      Quanto alle sue valutazioni morali sull’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni dal concepimento, che lei ritiene un omicidio, non le condivido minimamente, le trovo antiscientifiche e medievali. Ricordo, a lei e ai lettori, che stiamo parlando di un embrione nelle prime settimane dalla sua formazione, e che paragonarlo a un essere umano è scientificamente ed eticamente davvero improprio.
      Chiamare poi in causa un presunto sperpero di denaro pubblico fa ridere, se pensiamo che la sua amata chiesa cattolica sottrae alle casse dello Stato circa 6 miliardi di euro all’anno…
      Sorvolo, infine, sui riferimenti al suo dio che mi sta aspettando, esattamente come sorvolerei sulle affermazioni di chi ora mi dicesse che c’è un unicorno sellato che mi sta aspettando fuori dall’ingresso del palazzo.
      Credo che dopo questa infinita serie di commenti abbiamo chiarito entrambi il nostro pensiero, francamente chiuderei qui la discussione. Buona serata!

      • caro dalla parte di alice, non c’è nulla di antiscientifico e medievale nell’affermare che l’embrione è un essere umano fin dal momento del concepimento. L’affermazione contraria per cui l’embrione non sarebbe essere umano fin dall’inizio( interessante capire quando lo diventa, visto lo sviluppo continuo, graduale e coordinato) presuppone un’altra tesi che si chiama materialismo: l’embrione diventa essere umano solo quando la materia ha raggiunto un grado di sviluppo tale che l’embrione inizia a svolgere certe funzioni: provare piacere e dolore, sviluppo del cervello. autocoscienza, le tesi sono molte. Ma come lei forse sa il materialismo e tutto tranne che una tesi scientifica. A tale proposito le suggerisco di leggere un bel libretto di Thomas Crean Non di sola materia, Edizioni Studio Domenicano, in cui Crean ribatte punto per punto alle considerazioni di Richard Dawkins nel libro L’illusione di Dio. In quel libro sono elencate in maniera semplice tutte le obiezioni filosofiche alle tesi materialiste che si possono sintetizzare nel modo seguente: tutto è riducibile a materia o epifenomeno della materia.

        • Caro Salvatore, per beneficio di inventario il passaggio che lei contesta, all’interno di un mio commento, è questo: “Quanto alle sue valutazioni morali sull’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni dal concepimento, che lei ritiene un omicidio, non le condivido minimamente, le trovo antiscientifiche e medievali. Ricordo, a lei e ai lettori, che stiamo parlando di un embrione nelle prime settimane dalla sua formazione, e che paragonarlo a un essere umano è scientificamente ed eticamente davvero improprio.”
          A nessuno, probabilmente, verrebbe in mente di dire che un uovo di bruco è una farfalla, semplicemente perché il passaggio che porta da bruco a farfalla è continuo (e come potrebbe non esserlo, essendo il tempo continuo), graduale e coordinato… http://it.wikipedia.org/wiki/Farfalla#Il_ciclo_vitale

        • Non sono le funzioni di un essere a farlo esistere, ma il fatto che prima ci sia l’essenza e poi si sviluppino le sue funzioni. Queste ultime non potrebbero esistere senza l’essere che è già “in atto”, ma ne sono conseguenziali. Senza il patrimonio genetico embrionale non ci saranno mai le funzioni dell’uomo (che già c’è), come senza la causa non c’è l’effetto; e la causa qui non è proprio l’esistenza di una VITA umana (zigote con un SUO PROPRIO corredo genetico, appartenente alla specie umana) che vuole affermarsi nell’esistenza? L’argomento qui usato per dire che l’embrione non è vita non è che il funzionalismo, una sottocategoria del materialismo. E’ sempre quello l’errore, oltre al fatto che per dire che una cosa non è vita si dovrebbe definire la vita, ma nessuno ci è riuscito, a quanto pare, proprio perché è un sistema complesso irriducibile alla somma delle sue parti, o funzioni. Possiamo pure dire che il bruco non è farfalla, come l’embrione non è un uomo adulto, ma ciò che accomuna il “prima” e il “dopo” è proprio questo qualcosa che è al di là del tempo, ovvero l’essenza. Immagino che questi siano tutti argomenti per filosofi medievali, vero? L’uso della ragione non conta più, immagino, dato che non esiste una verità, ma solo interpretazioni.
          Auguro una buona giornata a tutti i lettori

  6. Quello che stupisce in questo articolo, è proprio il rammarico che in Italia ci sono pochi aborti, come se un aborto fosse un simbolo di civiltà anzichè una sconfitta …

    • Caro Nicola, lei si sbaglia: nessun rammarico per il basso tasso di aborti. Il problema, semmai, è il dilagare dell’obiezione di coscienza, che spesso impedisce il ricorso all’IVG: ed è di questo che ci rammarichiamo, come certamente noterà se rilegge attentamente l’articolo. Cordiali saluti (e grazie del commento!)

  7. Cara dalla partedialice,visto che ho letto, intervengo.Rispetto le tue idee, perche’ la vivacita’ con cui le hai espresse,dimostra che sei in buona fede, e che sei una persona diretta e spontanea.Io non sono un sacerdote,sono un laico, nato nel 1954, e ti posso dire che il clima culturale in cui sono cresciuto,anche se era quello degli anni ’60,e di provincia, e anche se ho fatto le elementari dalle suore, ero chierichetto,era tale per cui, solo per essere nato in quel secolo, mi sentivo un marziano rispetto alle generazioni precedenti,Nonostante abbia riscoperto la fede gia’ dal 1977,nato nel 1954, ti posso dire che le conseguenze di quella mentalita’sono una seconda pelle, e non le ho mai perse del tutto.’ Antropocentrismo sopra tutto,e’ questo che ho respirato in anni determinanti.Inutile spiegare la Fede, e tantomeno imporla,La Dottrina e’ complicata anche per chi ci crede,anche se e’ vera,per me.Pero’ ,e’ vero anche che contano i fatti,e su questo tu puoi verificare nella Storia che su una cosa gli Stati laici e quel Dio in cui credono nei secoli molti uomini ,concordano:cioe’,se non vengono assecondati nelle loro Leggi con le buone e per convinzione, preferiscono in definitiva essere prima almeno obbediti con la forza o almeno per paura.Come una madre o un padre che impediscono al bimbo di sporgersi dala finestra ad altezza pericolosa. Lo vedrai nel futuro del’ Umanita’.Per ora ti segnalo una lettura particolare, ma nel metodo rigorosamente fedele ai fatti, Non parla di aborto, ma raccoglie manoscritti della secolare e millenaria tradizione profetica cristiana e non solo..Stampato nel 1861 a Torino, editore Martinengo,e’ ora un e-book gratuito perche’ di pubblico dominio.Titolo: I futuri destini degli Stati e delle Nazioni.Non parte subito con i manoscritti, Prima spiega bene cosa e’ la materia,Lo fa con serieta’ e umilta’,senza esaltazione.Non dimostra l’esistenza di Dio, ne’ se lo propone, ma ha un valore antropologico,nel senso che puoi continuare a non crederein Dio, ma ti costringe a porti domande sulla natura dell’uomo,domande a cui la scienza non puo’ ancora dare risposte.Dopo quel libro,se vorrai, potrai leggere anche il sito “profezie del terzo millennio”,che e’ ricco di notizie storiche,a prescindere dalle profezie, piu’ o meno discutibili ma documentate con serieta’ e alcune impressionanti per come si sono realizzate,Vedrai che nei prossimi anni si parlera’ molto di queste cose,per fortuna o purtroppo,come direbbe Gaber. Cosa c’entra questo con l’aborto, eventualmente potrai capirlo in seguito,Buon proseguimento.

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  9. 6 milioni di bambini italiani sanno che si è trattato di omicidio. 6 milioni di mamme cercano dentro di sé di giustificare la propria decisione grazie ad una legge dello Stato; ma intanto continuano a soffrire. L’aborto fa soffrire tutti, tranne uno che continua a ghignare e a prendersi gioco di noi… ma tanto ha già perso.

    • Guarda che gli aborti in Italia delle cittadine italiane sono meno di 60.000 fonte ISTAT 2016 coi numeri cari antiabortisti pro vita catto integralisti proprio non ci siete, sapete soltanto manipolarli aggiungendo 0 a caso…

  10. il grafo “Percentuale di IVG nel 2010” della statistica per paese indica la percentuale IVG italiana 2010 al 17% mentre nel grafo “Tasso abortività in Italia” nel 2010 è al 9%
    qual’è sbagliato?

  11. i preti che non possono avere figli parlano di figli, non possono fare sesso parlano di sesso e profilattici, non hanno una famiglia ma parlano di famiglia, come essere al circo, o in film di fellini per fortuna come diceva il tale inventato ” è per i deboli di spirito” per non essere troppo cattibo.

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