L’Irlanda dice si ai matrimoni gay – ed è il primo Paese a farlo con un referendum

La notizia che arriva dall’Irlanda ha un qualcosa di storico: anche se lo scrutinio non è ancora completato, sembra infatti ormai certo che nel referendum per l’introduzione dei matrimoni gay i voti a favore abbiano prevalso nettamente su quelli contrari.

Con questa decisione le coppie omosessuali, cui già in Irlanda era riconosciuta la possibilità di contrarre un’unione civile, potranno ora sposarsi. Sembra dunque delinearsi una divisione quasi netta fra i paesi europei: con quelli occidentali che prevedono il matrimonio egualitario, quelli dell’Europa centrale che consentono le unioni civili mentre in Europa orientale non è previsto nessun riconoscimento.

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Noterete però, osservando la mappa, due “eccezioni”: la Slovenia, che consente il matrimonio, e l’Italia, sulla quale ogni ulteriore commento ci sembra ormai francamente superfluo.

La decisione dell’Irlanda, dicevamo, ha un qualcosa di storico per due motivi: primo, perché è la prima volta che un Paese dice si ai matrimoni per persone omosessuali tramite referendum. Il ministro della salute irlandese ha commentato la notizia con queste parole: “Saremo il primo Paese nel mondo a garantire l’uguaglianza nel matrimonio nella nostra Carta, e a farlo con un mandato popolare. In questo giorno è un orgoglio essere irlandesi”.

Secondo, perché la modalità popolare con cui è stata introdotta questa scelta, in uno dei Paesi tradizionalmente più cattolici d’Europa, rende ancor più evidente come, in questa occasione, la chiesa cattolica abbia clamorosamente perso la sua strenua battaglia contro i matrimoni gay in una delle sue roccaforti.

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