Unioni civili: se fosse vero, sarebbe un passo avanti

“Unioni civili a settembre”: è bastato questo annuncio del presidente del consiglio Matteo Renzi, sabato, all’assemblea nazionale PD, a riaprire il dibattito sulla necessità di una legge che da un lato consenta di riconoscere le unioni omosessuali e, dall’altro, le coppie eterosessuali conviventi che decidono di non contrarre matrimonio.

A leggere quello che scrivono oggi alcuni giornali viene da pensare che, se quello che si dice si dovesse realizzare, sarebbe un bel passo avanti per l’Italia. Certo, non sarebbe una legge ai livelli della sensibilità dei paesi europei più avanzati: ma sarebbe qualcosa, un qualcosa di significativo nel nulla legislativo a cui oggi sono abbandonate le coppie gay.

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D’altra parte, qualcuno si può aspettare un cambiamento che ci porti dall’oggi al domani dall’essere fanalino di coda nell’Europa occidentale a inatteso faro di luce per i diritti civili? No, ragionevolmente no – specie se pensiamo alle enormi difficoltà che incontrò il governo Prodi quando cercò di introdurre, senza successo, i “dico” o i “pacs”.

Da allora, di anni ne sono passati – e la sensibilità degli Italiani sembra ormai essere pronta al riconoscimento delle unioni omosessuali. Indugiare oltre, quindi, sarebbe imperdonabile (anche perché, in Parlamento, i numeri ci sono): da questo punto di vista, è davvero giunta l’ora, per l’Italia, di tornare in Europa!

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